Autore - Luigi Scafuto

Fino a 2000€ per contrastare il COVID-19

La Camera di Commercio di Avellino concede contributi alle PMI della provincia per l’adozione in azienda di misure di contrasto alla diffusione del coronavirus, per supportare le imprese irpine nei processi di organizzazione aziendale per la ripresa in sicurezza delle attività nella fase due dell’emergenza sanitaria, tutelando la salute dei lavoratori e dei cittadini, al fine di salvaguardare l’operatività delle imprese ed il mantenimento dei livelli occupazionali .

Sono ammesse ai benefici del presente bando le imprese che rientrino nella definizione di micro, piccola o media impresa che posseggano, alla data di presentazione della domanda, i seguenti requisiti:

  • siano PMI1 ai sensi dell’allegato 1 del Reg. (CE) n. 800/2008 della Commissione Europea;
  • abbiano sede legale ed operativa in provincia di Avellino;
  • siano iscritte nel Registro delle imprese e siano in regola con il pagamento del diritto annuale camerale;
  • siano attive al momento della presentazione della richiesta di contributo ed al momento della relativa erogazione;
  • non siano sottoposte a liquidazione e/o a procedure concorsuali quali fallimento, amministrazione controllata, amministrazione straordinaria, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, scioglimento volontario;
  • siano in regola con le norme in materia previdenziale e contributiva. L’insussistenza anche di uno dei requisiti sopra indicati comporta la non ammissione dell’istanza e l’impossibilità di accedere al contributo.

Il contributo accordato a ciascuna impresa richiedente sarà pari al 50% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di euro 2.000,00 (duemila euro).

Sono ammissibili le seguenti spese sostenute (fatture emesse) antecedentemente l’invio della domanda a partire dal 31 gennaio 2020 e prevedono la cumulabilità delle diverse spese e fissando dei massimali per ciascuna tipologia:

  1. a) aggiornamento del Documento Unico di Valutazione dei Rischi aziendali(ex art. 17 e 28 D.L. 81/2008) e del Documento Unico di Valutazione da Rischi da Interferenze(ex art. 26 D.L. 81/2008);
  2. b) servizi e dispositivi per la sanificazione dei locali aziendali, ambienti di lavoro, spazi comuni, postazioni e attrezzature;
  3. c) acquisto di dispositivi di protezione individuale(mascherine, guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc), dispenser e gel igienizzante, dispositivi per la misurazione a distanza della temperatura corporea;
  4. d) installazione di barriere, divisori, ecc negli ambienti di lavoro(es. in plexiglass o altro materiale di pari utilità) per garantire la distanza necessaria e la sicurezza di addetti, fornitori, clienti, ecc

Non saranno prese in considerazione istanze di contributo per spese ammissibili complessive di importo inferiore a € 1.000,00. Relativamente alle spese di cui all’art. 7 lett. a) le spese per adeguamento DVR o DUVRI è previsto un massimale di spesa ammissibile di 1.000,00 euro per un contributo max di 500,00 euro.

Per le spese ed i dispositivi di sanificazione di cui all’art. 7 lett. b) del presente bando è previsto un massimale di spesa ammissibile di euro 3.000,00 per un contributo max di 1.500,00 euro.

Per le ulteriori spese ammissibili di cui all’art. 7 lett. c) e d) il massimale di spesa ammissibile cumulato è pari a 3.000,00 euro per un contributo max di 1.500,00 euro.

Le spese ammissibili sono cumulabili tra di loro (ma non tutte obbligatorie ai fini dell’ammissione della domanda) ai fini dell’ottenimento del contributo massimo previsto di euro 2.000,00, nel rispetto dei massimali previsti per ciascuna tipologia e del minimo di spesa complessivo stabilito ai fini dell’ammissione della domanda.

Le spese ammesse al contributo saranno considerate al netto dell’IVA e di eventuali altre imposte, contributi e tasse.

La domanda di contributo dovrà essere presentata -  a partire dalle ore 9.00 del 4 maggio 2020 e fino al 30 settembre 2020 - salvo chiusura anticipata per esaurimento fondo - esclusivamente per via telematica attraverso la piattaforma Telemaco https://webtelemaco.infocamere.it/newt/public.htm

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Primo maggio. La festa della solidarietà (di Claudio Fava)

Da oggi vorrei che il primo maggio si chiamasse Festa della Solidarietà. Durante lo sconvolgimento del covid-19 che ha creato drammi familiari, di lavoro, di emarginazione, di morti di crisi di programmazione economica, di vendette e di sterili regolamenti di conti, in questi tre mesi orrendi le famiglie, i cittadini tutti, i bambini, hanno dimostrato più attributi del mondo politico. Qui si sono visti gli italiani sia quelli con problemi di lavoro che quelli fortunatamente senza, per ora… e vorrei proprio che il lavoro facesse un salto di qualità. Un nuovo faro da lasciare ai nostri giovani che, senza colori e religioni, capiscano che lo scontro che cresce anno dopo anno per scomposizione delle classi economiche e sociali, o per ignoranza, e mi fermo qui, è antistorico, e si supera soltanto con la solidarietà. E chi allora ha inventato questa grande manifestazione del Primo Maggio sono certissimo che vedrebbe con favore quanto serve, all’Italia tutta, lanciare questo segnale che nulla toglie, ma molto costruisce.

Claudio Fava

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Ipotesi di lavoro per il coinvolgimento degli organismi paritetici dopo il COVID-19

In una situazione complicata come quella che stiamo vivendo in queste settimane per la pandemia che ha colpito in particolare il nostro Paese, mentre si sta cercando di contrastare con gli strumenti della distanza sociale delle persone quale strumento a disposizione della comunità per difendersi dalla diffusione del virus, va considerata sin da ora la prospettiva della crisi economica derivante dalla chiusura precauzionale delle imprese considerate non essenziali per garantire la sussistenza alimentare e l'emergenza sanitaria.

In questa ottica va pensata la graduale ripresa della produzione al termine della quarantena con modalità da definire e con l'obiettivo di garantire la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori mediante la fornitura dei presidi sanitari personali (mascherine, guanti e tute da lavoro protettive), la distanza sociale nella postazione di lavoro per evitare il contatto diretto con altri lavoratori teoricamente potenzialmente portatori di contagio.

L'applicazione di queste precauzioni va verificata da un soggetto terzo che possa offrire garanzie di equità nella valutazione delle condizioni di prevenzione e di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sono ormai passati alcuni anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 626/94 che, nell’ambito di una generale ridefinizione dell’intera materia della prevenzione e della sicurezza, prevede, all’art. 20, la costituzione di organismi paritetici tra le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori (OPT).

Gli Organismi Paritetici, hanno sedi territoriali, a livello nazionale (OPN), regionale (OPR) e provinciale(OPP).

Gli Organismi Paritetici non sono una invenzione ex novo del D.Lgs. 81/2008. Organismi analoghi, denominati Comitati Paritetici Territoriali (CTP) esistevano infatti con funzioni paragonabili, seppure con alcune specificità già dalla metà degli anni Settanta nell’edilizia, definiti e regolati da specifici accordi di categoria. La normativa innovativa si limita, in un certo senso, a raccoglierne l’esperienza positiva e a generalizzarla ad altri settori e comparti produttivi, assegnando a questi organismi una essenziale funzione di accompagnamento e sostegno ad aziende e lavoratori.

Va detto che le funzioni individuate dalla Legge per gli organismi paritetici sono sostanzialmente quello di orientare e promuovere iniziative formative nei confronti dei lavoratori e dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), nonché di essere prima istanza di riferimento per dirimere le controversie che insorgono in azienda sull’applicazione concreta dei diritti di rappresentanza, informazione e formazione, previsti dalla normativa vigente.

Gli Organismi Paritetici rivestono anche le seguenti funzioni:

  • funzioni di osservatorio/monitoraggio/raccolta/analisi/trasmissione di dati/trasferimento di conoscenze relativamente all’applicazione concreta degli accordi, all’anagrafe dei RLS, all’analisi del trend infortunistico nel territorio o in particolari comparti, all’emergere di problemi legati a rischi particolari o emergenti, ai risultati di indagini o ricerche, alla diffusione di linee guida specifiche, alla socializzazione di esperienze di buona pratica, e via dicendo;
  • promozione della cultura della prevenzione e di comportamenti orientati allo sviluppo di relazioni partecipative tra le aziende e i lavoratori. Ciò soprattutto orientando i vari soggetti aziendali con una qualificata ed efficace attività informativa e formativa da realizzarsi in accordo e con il coinvolgimento delle associazioni di settore e mettendo a disposizione delle aziende e degli RLS una sollecita gestione delle eventuali controversie;
  • interlocuzione costante e propositiva con le Istituzioni e gli Enti Pubblici presenti a livello provinciale, regionale e nazionale con compiti in materia di prevenzione e sicurezza: dai Servizi delle Asl, ai Comitati regionali di coordinamento, dalla Commissione Consultiva Nazionale prevista dall’art. 26, all’ISPELS o all’INAIL, agli Ispettorati del lavoro, alle Università o agli enti di ricerca e via dicendo.

Con il Testo Unico sulla Sicurezza e il correttivo DLgs 106/2009 vengono ancora attribuiti a tali organismi i seguenti compiti:

  • supportare le imprese nell’individuazione di soluzioni tecniche e organizzative dirette a garantire e migliorare la tutela della salute e sicurezza sul lavoro;
  • svolgere o promuovere attività di formazione, nonché, su richiesta delle imprese, rilasciare una attestazione dello svolgimento delle attività e dei servizi di supporto al sistema delle imprese, tra cui l’asseverazione della adozione e della efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza della quale gli organi di vigilanza possono tener conto ai fini della programmazione delle proprie attività.
  • istituire specifiche commissioni paritetiche, tecnicamente competenti.
  • possono effettuare, nei luoghi di lavoro rientranti nei territori e nei comparti produttivi di competenza, sopralluoghi purché dispongano di personale con specifiche competenze tecniche in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
  • trasmettere al Comitato regionale di coordinamento una relazione annuale sull’attività svolta.
  • comunicare alle aziende i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale. Analoga comunicazione effettuano nei riguardi degli organi di vigilanza territorialmente competenti.
  • comunicare all’INAIL i nominativi delle imprese che hanno aderito al sistema degli organismi paritetici e il nominativo o i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali.

In questo contesto é di tutta evidenza che gli organismi paritetici sono la sede naturale per ogni attività di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per questo l'INAIL ha attivato in questi anni un confronto con gli organismi paritetici che si sono tradotti in Accordi quadro finalizzati ad individuare azioni specifiche per sviluppare3 interventi in materia di salute e sicurezza nei luoghi ed ambienti di lavoro.

In questa specifica condizione caratterizzata dalla presenza della pandemia COVID-19 diffusa in forme così virulente, la riapertura graduale delle aziende va contrappuntata con azioni ed interventi di garanzia riscontrabili all'interno del processo produttivo.

Va in questa direzione la proposta di utilizzare gli organismi paritetici - come peraltro definito nella legge vigente in materia di salute e sicurezza nei luoghi e ambienti di lavoro - quali sede naturale per la verifica e attestazione di queste condizioni con riferimento a protocolli comportamentali elaborati dalle parti sociali che degli organismi paritetici sono i costituenti.  

Questa ipotesi di intervento garantirebbe quella terzietà ma anche quella partecipazione che, sopratutto nelle PMI spesso non può manifestarsi perché le dimensioni aziendali non lo consentono.

A cura di Eugenio Feroldi

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Riscoprire il valore del tempo all’epoca del COVID19

A cura di: Dott.ssa Patrizia Morretta - Psicologa

La necessità di tutelare la salute ha costretto gli Italiani, così come i cittadini di molti altri paesi del resto del mondo, all’isolamento sociale. Questo ha sicuramente portato molte persone ad essere dominate da emozioni quali paura, ansia, rabbia, tristezza e da un senso di disorientamento e impotenza. Non potersi recare fisicamente al lavoro o a scuola, non poter incontrare gli amici per un aperitivo, non poter svolgere tutte le altre attività quotidiane comporta la perdita dei riferimenti temporali e lo stravolgimento delle proprie abitudini con importanti conseguenze sul piano emotivo.

Uno studio condotto dall’ Istituto Doxa sul tema "Italiani e il valore del tempo", che ha coinvolto 600 individui di età compresa tra i 18 e i 64 anni, ha evidenziato come molti italiani (40%) hanno la sensazione di vivere momenti di scarso valore.

Per poter essere pronti alla ripartenza appare pertanto fondamentale rivalutare la percezione del tempo e sfruttare questo periodo per investire su sé stessi, dedicarsi alle proprie passioni e mantenere delle sane e corrette abitudini. In particolare si possono elencare alcuni consigli utili per gestire al meglio il proprio tempo:

 

  1. PRENDERSI CURA DI SE’: bisogna continuare a curare il proprio corpo e il proprio aspetto esattamente come si faceva prima della quarantena. Per le donne è fondamentale vestirsi e truccarsi come si faceva prima ogni mattina così come per gli uomini radersi e tagliare i capelli in modo da non perdere i contatti con la quotidianità e non vivere in uno stato di perenne emergenza.
  2. MANTENERE INALTERATO IL CICLO SONNO-VEGLIA: non dormire in maniera regolare per via dell’assenza di impegni il giorno successivo può portare ad invertire il ciclo-sonno veglia. E’ importante, invece, cercare di dormire e svegliarsi all’ora abituale per non avere difficoltà a riprendere le normali attività quotidiane con la stessa energia di prima.
  3. FARE ATTIVITA’ FISICA: l’attività fisica è molto importante in quanto consente di ridurre lo stress e stimola la produzione delle endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello capaci di regalare piacere, gratificazione e felicità. Data l’impossibilità di uscire si può ovviare a ciò, ad esempio, effettuando corsi di fitness online oppure ballando in casa.
  4. MENTENERE UN’ALIMENTAZIONE SANA: una cattiva alimentazione non ha solo conseguenze sulla linea, ma anche sul benessere psicologico. Pertanto, anche se la noia può portare ad effettuare spuntini incontrollati o a mangiare cibo poco sano, per tutelare la propria salute è necessario regolare la propria alimentazione prediligendo cibi sani (cereali, frutta, verdura ecc…) ed evitando un eccesso di zuccheri.
  5. MANTENERE I CONTATTI SOCIALI: l’essere privati dei contatti sociali può generare un senso di solitudine. Per sentirsi “vicini” ad amici, familiari e colleghi è importante utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione e i social network (WhatsApp, Facebook, Skype ecc…). In questo modo si riuscirà a rimanere in contatto con loro e a continuare ad investire nelle relazioni riducendo il senso di lontananza.
  6. LIMITARE LA RICERCA DI NOTIZIE: sebbene sia importante informarsi e ricercare notizie sull’andamento della pandemia, non bisogna condividere informazioni senza verificare le fonti e parlare continuamente dell’argomento con amici e parenti in quanto ciò potrebbe essere controproducente per il proprio benessere e generare ansie e paure inutili. E’ più utile e proficuo, invece, ricercare informazioni una o due volte al giorno verificando la fondatezza delle notizie.
  7. DEDICARSI ALLE PROPRIE PASSIONI: i molti impegni della vita quotidiana, spesso, portano a non potersi concedere un hobby. Si può sfruttare il tempo a disposizione per dedicarsi ad una passione (musica, pittura ecc…) oppure per dare vita a nuove idee e progetti continuando ad allenare così la propria creatività e capacità di pianificazione.
  8. DEDICARSI AI FIGLI E AL PARTNER: spesso non si riesce a dedicare molto tempo ai figli e al partner. Questo può essere il momento per recuperare il tempo perso e poter dialogare con la propria famiglia e condividere degli hobby e delle attività in modo da rinsaldare il rapporto. Ovviamente per il buon andamento della vita familiare è necessario anche ritagliarsi dei piccoli spazi personali (leggere un libro, telefonare ad un amico ecc…).

Seguire questi semplici consigli consente di non spezzare il legame con la routine quotidiana pre-virus e può rendere le persone maggiormente pronte alla ripartenza e ad essere preparati al ritmo della normalità ricordando sempre, per citare Albert Einstein, che “nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”

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Le sanzioni alle imprese durante l’epidemia

Fin dai primi giorni dell’epidemia il Ministero della Salute ha cominciato a varare diversi D.M. fino alla deliberazione del C.d.M. del 31 gennaio u.s. che dichiarava lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso alle diverse patologie respiratorie gravi causate da agenti virali altamente trasmissibili che iniziavano ad interessare i vari nosocomi del nord Italia.

Successivamente a tale deliberazione del 31 gennaio venivano emanati il Decreto Legge n. 6/2020, poi convertito nella Legge 13/20, e diversi altri D.P.C.M. del 1, 8 10 e 12 marzo u.s., decreti di attuazione della legge 13/20.

Nel mese di aprile abbiamo assistito all’emanazione dei decreti del 01 aprile 2020 e quello del 10 aprile u.s.

Come si nota dal lasso temporale di varo dei suddetti decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, gli stessi sono stati emanati in gran numero ed in breve tempo, in conseguenza del progressivo diffondersi del Covid19.

In relazione all’evolversi della situazione epidemiologica in atto nel Paese, con l’ultimo d.p.c.m., è stata disposta l’applicazione su tutto il territorio nazionale, a far data dal 14 aprile e fino al 3 maggio 2020, di misure urgenti di contenimento del contagio, sia di carattere generale sia finalizzate allo svolgimento in sicurezza delle attività produttive industriali e commerciali.

L’art. 1 del d.p.c.m. in parola riproduce, con talune integrazioni, le prescrizioni, già contenute nei provvedimenti governativi attuativi della normativa emergenziale ed efficaci fino al 13 aprile, finalizzate a contenere e contrastare i rischi sanitari connessi all’attuale emergenza.

Le novità sono ormai note ovverosia:

  • la previsione della possibilità di rideterminare le modalità didattiche ed organizzative dei corsi di formazione del personale e di quelli a carattere universitario delle forze di polizia e delle forze armate, in fase di espletamento alla data del 9 marzo 2020.
  • nel confermare il regime di sospensione delle attività commerciali al dettaglio, tranne quelle di vendita di generi alimentari e di prima necessità nel novero delle attività consentite si aggiungono quelle del commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria, il commercio al dettaglio di libri, nonché il commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati.

Occorre soffermare la nostra attenzione sulla previsione legislativa che ha stabilito che il Presidente della Regione, nel disporre la programmazione del servizio erogato dalle aziende del trasporto pubblico locale, debba comunque modularne l’erogazione in modo tale da evitare il sovraffollamento dei mezzi di trasporto nelle fasce orarie della giornata in cui si registra la maggiore presenza di utenti.

Infatti, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti può disporre, con decreto adottato di concerto con il Ministro della salute, riduzioni, sospensioni o limitazioni dei servizi di trasporti, anche internazionali, automobilistico, ferroviario, aereo, marittimo e nelle acque interne, anche imponendo specifici obblighi agli utenti, agli equipaggi, nonché ai vettori e agli armatori.

Tra le attività produttive, invece, restano sempre consentite:

  1. le attività funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 3 del d.p.c.m., nonché delle filiere delle attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa e delle altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale, autorizzate alla continuazione, e dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali di cui alla legge 12 giugno 1990, n. 146 (art.2, comma 3);
  2. le attività che erogano servizi di pubblica utilità, nonché i predetti servizi essenziali (art. 2, comma 4 d.p.c.m.);
  3. l’attività di produzione, trasporto commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici, nonché di prodotti agricoli e alimentari (art.2, comma 5);
  4. ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza (art.2, comma 5);
  5. le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti (art.2, comma 6);
  6. le attività dell’industria dell’aerospazio e della difesa, incluse le lavorazioni, gli impianti, i materiali, i servizi e le infrastrutture essenziali per la sicurezza e il soccorso pubblico, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale (art.2, comma 7).

Viene, quindi, ampliato il novero delle attività già consentite, ricomprendendovi espressamente anche quelle funzionali alla continuità delle filiere delle attività individuate nell’elenco qui sopra.

Articolo pubblicato su FISCO e TASSE

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Covid e aiuti alla liquidità: un sunto degli aiuti di Stato e aiuti regionali

Diversi gli aiuti di Stato e di Regioni a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie contro gli effetti da Coronavirus sull'economia

Il Decreto-Legge Liquidità dell’8 aprile 2020 n. 23 ha introdotto, come noto, numerose misure atte a sostenere diverse categorie di contribuenti quali:

  • imprese,
  • lavoratori autonomi,
  • professionisti

e utili a garantire la loro continuità aziendale.

Gli interventi previsti dal decreto hanno ampliato le possibilità di accesso alle garanzie di Stato tramite il Fondo Centrale di Garanzie e tramite SACE S.p.a

Gli aiuti erogabili dal Fondo Centrale sono essenzialmente di tre tipologie:

  • finanziamento fino a 25.000 euro per PMI e persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arti o professioni;
  • finanziamento fino a 800.000 euro per PMI con fatturato fino a 3,2 milioni di euro
  • finanziamento fino a 5 milioni di euro per PMI (intese come imprese con fatturato fino a 50 milioni di euro e fino a 250 dipendenti) e MID Cap fino a 499 dipendenti.

Secondo la normativa la garanzia è concessa anche alle imprese che hanno crediti deteriorati con le banche, ossia alle imprese che hanno inadempienze probabili o esposizioni scadute e/o sconfinanti.

Da circolare di Mediocredito datata 16 aprile 2020 è stato reso noto che per i finanziamenti fino a 25 mila euro e rimborsabili non prima di 24 mesi e per una durata massima di 72 mesi, già dal 17 aprile 2020 è attiva la procedura on line sulla piattaforma internet del Fondo stesso con la quale gli istituti di credito potranno inoltrare le domande pervenute al fine di ricevere il visto di conferma di presa in carico dei finanziamenti.

Per come fare per richiedere i finanziamneti entro i 25 mila euro si legga lo speciale: "Finanziamenti bancari per le PMI di 25.000 euro: come fare"

Per i finanziamenti garantiti invece da SACE saranno necessari diversi passaggi.

Ecco l’iter necessario:

  • presentazione della richiesta di finanziamento da parte del soggetto interessato all’istituto di credito scelto e secondo le procedure di ciascun istituto,
  • invio da parte di quest’ultimo della richiesta di garanzia a SACE,
  • avvio della fase istruttoria da parte di SACE
  • comunicazione del successivo esito della richiesta,
  • erogazione del finanziamento.

Si noti che, al fianco di queste misure statali, ogni Regione ha predisposto aiuti puntuali anche sulla base della conoscenza diretta del territorio regionale, dei suoi operatori economici nonché delle realtà sociali presenti.

Per i dettagli delle altre regioni disponibile l'e-book intitolato: Guida pratica per accedere ai finanziamenti nazionali e regionali

Articolo pubblicato su FISCO e TASSE

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Garanzia Italia: pronto il portale di SACE per i finanziamenti alle imprese

Con il comunicato stampa di ieri 21 aprile 2020 SACE S.p.a. informa che è operativo il portale “Garanzia Italia” uno strumento di carattere straordinario predisposto per agevolare la concessione dei finanziamenti alle imprese danneggiate dalla emergenza da Corona virus e garantiti da SACE e rafforzati con garanzia di Stato.

Lo strumento messo a punto in tempi record permette alle banche (previo accreditamento sul portale) e quindi alle imprese richiedenti i prestiti, di ottenere on line e in tempi brevi il rilascio della garanzia. Ottenuta la garanzia l’istituto finanziatore potrà erogare il prestito.

Nello stesso comunicato si informa infatti che ad esempio per i finanziamenti di importo fino a 375 milioni di euro il rilascio della garanzia avverrà entro le 48 ore.

Secondo quanto riportato sul sito di SACE le imprese interessate a richiedere un finanziamento con garanzia di stato dovranno procedere come segue:

  1. Richiedere alla banca o altro soggetto abilitato a concedere finanziamenti, un prestito con garanzia dello Stato.
  2. La banca verificherà i criteri di eleggibilità dell’impresa (ossia se la stessa ha i requisiti previsti dal Decreto Liquidità per accedere alle garanzie), effettuerà l’istruttoria e in caso di esito positivo, inserirà la richiesta di garanzia nel portale di SACE.
  3. SACE provvederà a trattare la richiesta e riscontrato un esito positivo, assegnerà un Codice Unico Identificativo (CUI) emettendo la garanzia.
  4. Il soggetto finanziatore erogherà al richiedente il finanziamento richiesto garantito da SACE e Stato.

Il portale “Garanzia Italia” è stato programmato in modo da poter ricevere e gestire richieste per operazioni singole e multiple, e i controlli di conformità sui documenti presentati dalle banche per i loro clienti avverrà in maniera automatizzata.

Le banche e le imprese accedendo al portale di SACE www.sacesimest.it/garanziaitalia potranno anche utilizzare un simulatore che previo inserimento di alcuni parametri economici e finanziari relativi al bilancio 2019 dell’impresa richiedente, fornirà una prima indicazione dell’importo finanziabile e delle relative opportunità offerte Decreto Liquidità.

Secondo quanto previsto dallo stesso decreto e riportato sul sito SACE le procedure per richiedere i finanziamenti sono di due tipi:

  • procedura semplificata rivolta alle imprese con fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro e con numero di dipendenti inferiore a 5.000 e per tutti i finanziamenti di importo fino a 375 milioni di euro
  • procedura ordinaria rivolta a imprese con fatturato globale (a livello consolidato se appartenenti ad un gruppo) uguale o superiore a 1,5 miliardi di euro o con numero di dipendenti in Italia (a livello consolidato se appartenente ad un gruppo) uguale o superiore a 5.000 e per finanziamenti di importo inferiore a 375 milioni di euro.

N.B. per accedere ai finanziamenti le imprese devono avere sede in Italia e destinare i finanziamenti richiesti a stabilimenti italiani.

Il finanziamento garantito dallo Stato non potrà avere durata superiore a 6 anni con la previsione di un periodo di preammortamento di 12, 18 o 24 mesi e verrà rilasciato a condizione che sia di ammontare non superiore all’importo maggiore tra:

  • il 25% del fatturato del beneficiario nel 2019,risultante da bilancio o dichiarazione dei redditi
  • e il doppio della spesa salariale annua del beneficiario nel 2019, come risultante da bilancio o dati certificati.

Sul sito di SACE disponibile anche una sezione FAQ risposte in merito alle procedute e ai requisiti per avere i finanziamenti.

Articolo pubblicato su FISCO e TASSE
https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/28481-garanzia-italia-pronto-il-portale-di-sace-per-i-finanziamenti-alle-imprese.html

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La proposta degli ITALYBOND per rendere solidali le grandi compagnie italiane con sede all’estero

Tra le possibili fonti di finanziamento per fare ripartire il paese, accanto alle iniziative che impegnano la BCE e l’Unione Europea, si potrebbero prevedere anche degli ITALYBOND, titoli di Stato riservati alle aziende che pur operando in Italia hanno il proprio domicilio fiscale all’estero. Si tratterebbe di titoli a basso tasso ventennale, dedicati quindi a coloro che si fanno ricchi con i soldi o i risparmi del consumatore italiano.
Questi, se pagassero le tasse per il fatto di avere sede in Italia, e non in Olanda, per esempio, lascerebbero un flusso di euro vicino a quello delle esigenze di una più rapida ripartenza.

La considerazione alla base della proposta è che il mercato dei consumatori italiani aiuta il benessere dei giganti del profitto, i quali naturalmente preferiscono che l’Italia acceleri i piani di ristrutturazione e rilancio dopo il Coronavirus. Questa coincidenza di interessi rende praticamente possibile proporre un investimento remunerato alle prime 70 aziende circa che, estere o italiane, oggi pagano le tasse all’estero. In sostanza, questa emissione garantita dallo Stato riequilibrerebbe le distorsioni che altri Paesi, europei generano a danno del bilancio nazionale.

Visto e considerato che molte aziende “Globali” fanno considerevoli affari in Italia e pagano le tasse all’estero..vedi Olanda e Lussemburgo, gli italiani chiedono al Governo di promuovere EQUITA’.

Tutte le societa’ che fatturano oltre 100 milioni di euro in Italia, in quanto svolgono servizi appunto in Italia, ma che hanno sede all’estero e pagano le tasse all’estero, potranno libetamente concordare di acquistare ITALYBOND a 20 anni emessi dal Tesoro, per un importo percentuale pari a quello rappresentatao dal Profit-Share relativo al mercato italiano, su quello totale.

Chi non aderisse, e sarà libero di farlo, dovrebbe però riproporzionare l’iniquo vantaggio, pagando il 50% del differenziale tra imposte pagate all’estero, e quelle che pagherebbe se avesse sede in Italia.
Ovvero… metti la sede dove vuoi, ma il 50% del risparmio lo corrispondi allo Stato il cui mercato ti arricchisce.
Sei esentato se sottoscrivi gli ITALYBOND ventennali speciali con tasso concordato.

In fondo il mercato dà e il mercato prende, nell’interesse di tutti e dei principi di solidarietà. Si dovrà ovviamente stabilire un tasso che renda conveniente la sottoscrizione che non rappresenterebbe una sorta di tassazione alternativa alla patrimoniale di cui si discute. Ma un investimento finanziario incentivato dallo Stato in un passaggio storico complesso e delicato.

Claudio Fava

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Italia – Come ritornare più forti in Europa

Background

Premesso che nelle battaglie che fanno parte di  guerre con più contendenti, l' idea vincente non è quella di annientare i nemici, ma  cogliere le alleanze strategiche più compatibili,  ritengo che vi sia per l'Italia in questo momento una opportunità unica ed irripetibile.
Per varie ragioni storiche e di lealtà, i rapporti ancora forti con gli Stati Uniti vanno corroborati. Mai come in questo momento, gli USA hanno bisogno di:
1- negoziare meglio con l'Europa,
2- avere una Nazione amica nel Mediterraneo per rafforzare la NATO e le conseguenti strategie,
3- contare su una base amica dello Stato di Israele e quindi rafforzare i rapporti con la realtà ebraica negli Stati Uniti d'America,
4- raffreddare le politiche aggressive della globalizzazione cinese verso la contradditoria Europa,
5- impedire la leadership energetica e non solo della Russia
6- dare a Trump un successo, dopo alcune scelte impopolari
Situazione Italiana
L'Italia è un target per Germania e Francia, non un Partner, che usano ministri e membri del Governo europeo di altri Paesi per creare strumenti più ipocriti che di solidarietà, sapendo che in effetti i governanti italiani hanno i piedi in troppe scarpe e chi non è o costretto o concretamente alleato, conta meno di quello che crede.
Strategia
Un colpo di frusta che darebbe all'Italia un potere immenso, in europa senza uscire dalla Comunità europea, sarebbe quello di ottenere un credito di fiducia dagli USA e rinunciare alle ambigue forme di finanziamento in trattativa sinora.
Una mossa strategica per gli USA sarebbe quella di sottoscrivere Italian Recovery Bond trentennali  per 250 Mdi di dollari, il 12.5% dei 2.000  Mdi che ha proposto Trump a budget per lo sviluppo della crisi da coronavirus, che consentirebbe di cogliere contemporaneamente 2 successi.
Sfruttare il credito verso l'Italia risollevata senza solidarietà da parte  dell'europa ed uscire a testa alta dal mercato ignobile delle elemosine mascherate dell'Armata Merkel e soci" e tamponare i tentativi perenni di  invasioni politiche dal blocco esteuropa e della globalizzazione cinese, 5G inclusa.
PATTO PER IL MONDO OCCIDENTALE CON RICADUTA SU TUTTI I PAESI OCSE E RAFFORZAMENTO DELLE DIFESE CONTRO ALTRI POPOLI, O GOVERNI, PIU' OSTILI E ANTIOCCIDENTALI IN GENERALE.
A volte, portare indietro le lancette dell'orologio della storia, è fondamentale.
MEMORANDUM SUBITO  PER CALMIERARE LO SPREAD ED ACCORDO IN 60 GIORNI
Tre tappe per preparare la decisione finanziaria, essendo quella politica degli USA maturabile in pochissimi giorni di verifiche del Team del Presidente Trump.
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