Primo maggio. La festa della solidarietà (di Claudio Fava)
Da oggi vorrei che il primo maggio si chiamasse Festa della Solidarietà. Durante lo sconvolgimento del covid-19 che ha creato drammi familiari, di lavoro, di emarginazione, di morti di crisi di programmazione economica, di vendette e di sterili regolamenti di conti, in questi tre mesi orrendi le famiglie, i cittadini tutti, i bambini, hanno dimostrato più attributi del mondo politico. Qui si sono visti gli italiani sia quelli con problemi di lavoro che quelli fortunatamente senza, per ora… e vorrei proprio che il lavoro facesse un salto di qualità. Un nuovo faro da lasciare ai nostri giovani che, senza colori e religioni, capiscano che lo scontro che cresce anno dopo anno per scomposizione delle classi economiche e sociali, o per ignoranza, e mi fermo qui, è antistorico, e si supera soltanto con la solidarietà. E chi allora ha inventato questa grande manifestazione del Primo Maggio sono certissimo che vedrebbe con favore quanto serve, all’Italia tutta, lanciare questo segnale che nulla toglie, ma molto costruisce.
Claudio Fava