Il COVID non è un raffreddore calma ed al lavoro: AGOSTO 2020 Il Parlamento NON SI CHIUDE!!

Per rialzarsi dopo l’emergenza sanitaria servono competenza e autorevolezza. Ma l’Italia e l’Europa sembrano più incerte di molti antagonisti globali (di C. Fava)

ANALISI GIA’ CONSEGNATA A MARZO 25-03-2020

Viviamo il momento peggiore dall’inizio del millennio, non solo per noi, ma per il mondo intero, paesi emergenti e paesi disastrati. Quindi nessuno ha la lanterna magica e per questo i cittadini di ogni Paese si possono riappropriare del diritto di partecipare al dibattito pubblico. E di analizzare. E di giudicare, prima, durante e dopo l’emergenza coronavirus.

L’epidemia ci ha dato dolore per le perdite, per il dramma dei loro cari, paesani, concittadini che hanno vissuto un momento tragico che ancora non è sotto controllo. Ma il virus ci deve far crescere assolutamente e deve mettere al primo posto le competenze e l’autorevolezza.

In Italia, con 1/3 delle piccole e medie aziende in via di evaporazione, con lo strascico di disperazione nel mondo del lavoro, non si può che essere coraggiosi. E quindi scegliere persone che siano competenti ed autorevoli.

Competenti perchè non si può essere superficiali nel sottovalutare la qualità, per alcune cose si e per altre no. Così, il Made in Italy prima di tutto deve essere in Italia. Poi dobbiamo rafforzarlo all’estero.

Autorevoli. In quanto chi parla e decide deve essere con le spalle larghe di esperienza ed avere fermezza e coraggio.

Ho già detto che il breve periodo non riguarda solo chi ha perso il lavoro, o l’appoggio delle banche, perchè non veniamo da un buon periodo di sviluppo e solidità amministrativa o industriale.

La globalizzazione, che è un attrezzo da lavoro, se la usiamo bene aiuta a realizzare obiettivi, a volte anche immensi come quelli nella rete e nell’ITC, ma se lo usiamo con superficialità, cercando prevalentemente il prezzo basso e il risultato rapido in tutto, economicamente e socialmente, diventa un nemico del progresso. Ed anche delle strategie politiche internazionali, con le quali facciamo difficoltà a convivere anche in tempi normali… essendo l’Italia e l’Europa più incerte di molti antagonisti globali.

Servono strategie per il breve periodo, dunque. Ora gli strumenti per l’emergenza, per le famiglie e le persone che stanno vivendo con l’angoscia questo blocco economico, del quale purtroppo parlano solo quelli che hanno un reddito fisso e certo, vanno decretati subito e senza orpelli burocratici sin che dura l’emergenza, almeno 6 mesi. Poi verranno ammortizzati, come si fa nella “fabbrichetta”.

E servono strategie per il medio periodo. Mentre le discussioni con l’Europa che tanto ha bisogno di noi, vanno argomentate con autorevolezza. Il bazooka, il MES, i bond o gli aiuti allo sviluppo debbono essere menzionati da chi li conosce e far capire che la legge della solidarietà, nonostante il pessimo esempio di rubamascherine e ventilatori dato dai nostri confinanti, è l’unica strada per trovare un nuovo equilibrio. Magari una rilettura di Luigi Einaudi, può aiutare.

Claudio Fava

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