La Post-Globalizzazione é iniziata e l’Italia ha l’arma vincente: LA QUALITA’

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La globalizzazione vuole ammazzare la qualita’. Di qualsiasi cosa si tratti, ma la qualita’ e’ nemica della dittatura economica, dell’egemonia politica e del condizionamento ideologico delle egemonie prevaricanti.

Perche’ per i popoli che sono in condizione di poterla esprimere, la prima qualita’ e’ la democrazia, il desiderio di crescita culturale, la memoria delle tradizioni e la solidarieta’.

E noi popolo di italiani che siamo in mezzo al più grande laboratorio sociale rappresentato appunto dal mediterrneo, abbiamo ormai maturato l’esperienza piu’ impegnativa per la ricerca di una convivenza con tutti i nostri confinanti, per effetto della nostra centralita’ .

Infatti conviviamo da migliaia di anni con tutte e tre le religioni o filosofie monoteiste dell’umanita’, senza sentire il bisogno di combattere contro nessuno. E seppur con alterne fasi, sappiamo che la strada è quella di mostrare la qualità della nostra vita, cultura e tradizione nella industria, nella ricerca e nel rispetto della biodiversità.

Mentre altre Nazioni con tendenze diverse nella formazione delle regole di convivenza civile, cercano invece l’illusione dell’egemonia. Vuoi con il monopolio della  tecnologia della rete, vuoi con il potere economico, vuoi con l’uso della carota dei fossili..Anche con l’utilizzo della forza.

Comunque sia, la post-globalizzazione che stiamo vivendo oggi  e’ comunque essa stessa una forma di globalizzazione. Globalizzazione basata purtroppo sull’insofferenza verso i popoli democratici, colpevoli di avere una democrazia imperfetta, e l’antagonismo interiore verso la privazione della libertà di scegliere il proprio futuro.

Lo scenario della post-globalizzazione è alla ricerca di un nuovo equilibrio. Ma lo scenario è chiaro da tempo.

La Cina fa shopping di potere e risorse in Africa, la Russia fa shopping di paura in Europa e la Nato sta osservando lo scacchiere da 8.000 miglia di distanza.

E l’Europa non è ancora unita nella politica energetica, ne in quella della Difesa. Ovvero militare.

Mi sembra evidente ed inevitabile che l’Europa dovrà dare un segnale concreto che c’è, e non solo come mercato, ma come forza di difesa. e deve accelerare le collaborazioni con l’Africa nel modo giusto. Con intelligenza e solidarietà per consentire la crescita delle future generazioni africane ed offrire un metro di paragone sullo stile di vita possibile.

Forse la post-globalizzazione è proprio questo: unire i destini delle democrazie, anzichè pagare il prezzo della sopravvivenza sino alla prossima dittatura. Tecnologica, politica o militare che sia.

E il perseguimento della qualità della vita nei Paesi democratici, ancorchè con una democrazia imperfetta, come l’Italia, debbono insistere sulla qualità della vita, della cultura, delle tradizioni e dell’ambiente verso il quale stiamo traghettando i nostri giovani.

Dott. CLAUDIO FAVA

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